Bahrain-Merida, Nibali sul 2018: “Il Fiandre mi stimola. Vuelta passaggio importante, poi Mondiale”
Vincenzo Nibali porge il suo sguardo verso il 2018. Il portacolori della Bahrain – Merida, autore di una stagione che l’ha visto sul podio di Giro d’Italia e Vuelta a España, ma anche trionfatore per la seconda volta de Il Lombardia, si è concesso in un’intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione dell’Arab Business forum tenuto dalla Camera di Commercio di Milano. Nel corso del suo intervento il siciliano ha illustrato le sue sensazioni, le sue aspettative sulla stagione che verrà e anche qualche sassolino che intende togliersi dalla scarpa.
Il trentaduenne tiene fede a quanto vociferato sinora e conferma che il 2018 combacerà con il suo ritorno alle classiche: “Sì. È molto difficile farsi trovare pronto nella singola giornata, ma io ho la testa per farlo – esordisce Nibali – Altrimenti non sarei riuscito a combinare classiche e grandi giri. Ho grandi rivali anche per le classiche, si è visto al Lombardia, come Alaphilippe. Io sono più adatto alle salite lunghe”. Circa l’identità delle classiche che ritiene alla sua portata, Nibali si fa più sibillino: “Il Fiandre mi stimola, ma come programmazione è un po’ difficile. Mi piacerebbe l’idea. La Roubaix un po’ meno. Magari ci penseremo più avanti”, chiarisce.
Il messinese precisa i suoi programmi per il 2018: “Per me è più facile partire al contrario, pensare a fine stagione verso il Mondiale di Innsbruck adatto a me. La Vuelta sarà un passaggio importante, è l’idea che mi sono fatto. Inizio stagione, classiche, e poi Giro o Tour. Dipenderà molto dal percorso. Se devo guardare tutte le gare che ci sono, diventa una stagione terribile. Bisogna creare tempi e spazi giusti, essere in condizione nelle gare giuste. Magari si dovrà sacrificare qualche gara dove non sarò al top”, confessa l’ex Astana, aggiungendo che la possibilità di correre la rassegna iberica in funzione delle tappe è una possibilità concreta, da verificare in occasione della stesura dei programmi a dicembre.
Parlando della sua annata, Vincenzo ammette di essere andato meglio sul tramontare della stagione.”Sì, sono andato in crescendo. C’è stato un momento di assestamento di tutto, con la squadra, il gruppo nuovo. All’inizio di stagione ho corso di meno e sono arrivato meno pronto. Ma sapevo di dover fare due grandi giri e arrivare fino al Lombardia”, dichiara, specificando che nel ciclismo moderno è difficile essere al top per tutta la stagione e che si sente nella piena maturità della sua carriera agonistica.
L’ultima parola viene dedicata al Team Sky. La corazzata britannica ha dimostrato una superiorità economica e organizzativa mai vista prima, un fregio che non toglie loro l’umanità e la fallibilità che hanno dimora nella natura umana. “Sì, possono spendere il doppio sia per acquistare i corridori sia per avere una gestione migliore del team – commenta Nibali – È difficile battere Froome perché ha una grande squadra con grandi investimenti. Hanno corridori di altissimo livello, quest’anno sia al Tour che alla Vuelta ha avuto momenti difficili, ma se l’è cavata benissimo e in questi casi si vede la classe. Bisogna provare e tentare, niente è escluso”.
In conclusione, lo Squalo dello Stretto spende anche un pensiero per Keniano Bianco, un rivale, non un’ossessione: “È un avversario importante. Nell’ultima Vuelta ha avuto una grande squadra e lui finalizzava sui finali brevi, esplosivi. Al Tour ho visto in tv che ha fatto i distacchi più importanti a crono. Il bis al Tour per me sarebbe un sogno“, fa sapere, concludendo il suo intervento.
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